Lemon B & B

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Dadà e la casa di terra innevata

sabato 8 ottobre 2011

Ditirambo

Il partito "forza gnocca", Vasco Rossi che si e ci spiega sulla sua pagina facebook, wikipedia che chiude e poi riapre, la legge bavaglio, i soliti sordidi intrighi di palazzo e la solita putrida faccia di chi se ne frega disonestamente di tutto e tutti.
Questo accade in Italia, questa Italia, la mia Italia.
Spengo il PC, vado a vivere e mi trovo di fianco a personaggi e in mezzo a situazioni che avevo spento dentro a quel PC.
Chi vive accanto a me, è stato contagiato, è stato contagiato dai batteri e virus che banchettano nelle aule di Montecitorio,  si propagano dalle persone che in Italia sembra detengano potere o che siano considerate icone e arrivano alla plebaglia da poco più di mille euro al mese.
Quindi non c'è del marcio solo in Danimarca, il marcio è arrivato fino a noi. E mi domando e se anch'io fossi stata contagiata?
Vivo quotidianamente situazioni surreali, al limite del grottesco.
Per sopravvivere in mezzo a questo laido modo di interpretare i rapporti, in questo modo lercio di comunicare, di esprimere se stessi, vivo come una funanbula, a dieci metri dal suolo.
Non ho più paura di cadere, sono una provetta circense, e poi so che in mezzo a sto baillame, non si cade mai, tutto è lecito, tutto è possibile e tutto viene dimenticato.
Occorrerebbe insegnare all'uomo cosa è decente e cosa non lo è, occorrerebbe insegnare all'uomo dove finisce  il possibile e dove inizia l'impossibile, ma forse è proprio qui che arriva la spiegazione dello stravolgimento della fisica, della matematica, che non sa più come si risolve la formula di Einstein con i nuovi dati della velocità dei famosi neutrini, è qui che si restringe il campo e si allarga all'infinito, non c'è nulla di certo, tutto è opinabile, basta provarlo. Con le scienze è arduo e una volta opinato non si torna indietro si guarda avanti, invece con le cazzate quotidiane, coll'essere essere umano, questa capacità dell'opinabilità porta tutto avanti e poi tutto indietro, senza regole, mistificando e profetizzando, utilizzando leve morali, utilizzando stereotipi sociali, utilizzando le masse e desertificando il pensiero.
L'uomo è superiore alla scienza, l'uomo è la scienza, poi potrei aggiungere che l'uomo è superiore alla poesia, l'uomo è la poesia, posso ancora dire che l'uomo è superiore alla teologia, l'uomo è dio in sé.
Ma questo, ce lo siamo dimenticato. Lo sapevamo, non venite a dirmi che non lo sapevamo, ce lo siamo dimenticato. Lo abbiamo perso nei meandri di una vita corrotta e da corrompere, ce lo siamo dimenticati a basso prezzo. Siamo come quelle ragazze che si credono bruttine e che quindi basta niente per farle cadere in trappola e tormentare. Siamo come le donne tiranneggiate da mariti o compagni che le picchiano perché sicure di non meritare altro.
Sovrastrutture, un tempo le chiamavamo, ma ora non sono solo sovrastrutture, sono altro, al di sotto dell'essere umano sociale, al di sotto delle nostre capacità di comunicazione, sono incertezze e fragilità date per assiomi, che, siamo sicuri, non poter più togliere dalla nostra pelle. Come se si trattasse di DNA.
Amare è ancora possibile. Odiare anche.
Comporre, creare, alzarsi, cadere, scusarsi, ricominciare, riprendere, respirare, donare, restringere, abbattere, difendere, lottare, sudare, immergersi.
Abbiamo un sacco di infiniti da utilizzare mentre viviamo questa nostra meschina esile e scoraggiante esistenza.
Abbiamo permesso che distruggessero il nostro vocabolario, abbiamo permesso che ci imparassero a parlare per frasi fatte, abbiamo permesso che ci insegnassero il sesso bieco per poi chiamarlo amore.
Abbiamo permesso che ci sfruttassero, e abbiamo ancora di più sbagliato, miseri noi, quando abbiamo lasciato che mettessero le mani nelle teste e nelle tasche e nel futuro dei nostri figli, come le mogli di pedofili, che girano la faccia e fanno finta di non vedere i loro figli martorizzati.
Diciamo sì, anche quando diciamo no. Ci basta tutto. Ci accontentiamo del niente. Anche l'arte, non deve essere più in grado di trasmettere, non deve lasciare messaggi, non deve andare dove è solita andare. L'arte sta là, come oggetto di culto, perché è arte, come se uno a casa tenesse la tuta di un astronauta, così si tengono se si tengono, le sculture i quadri i libri la musica dentro casa. Per lo stesso motivo... non le utlizzeremo mai.
Allora, mentre lavoro, mentre esco, mentre mi confronto, mentre ascolto, mi sorprendo a sperare di sorprendermi. Mi sorprendo a sperare di guardare negli occhi qualcuno che le lacrime le ha davvero, mi sorprendo a sperare di trovare qualcuno difficile da catalogare, mi sorprendo a sperare di sentire qualcosa che mi scalfisca l'animo... l'unica cosa che devo fare, invece, è tornare a casa e sentire la voce della mia famiglia.
Grazie Steve Jobs, è vero che hai creato la ruota per i primitivi del secondo millennio, peccato che però non sanno che farsene, non vivranno mai l'oggetto, saranno solo alla sua mercé.

http://www.youtube.com/watch?v=e_JlHuh3HTQ

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