Lemon B & B

Lemon B & B
Dadà e la casa di terra innevata

giovedì 9 giugno 2011

Ho visto Nina Volare


Guardava in maniera vacua e ostinata un punto fisso sull'asfalto. Era una macchia nera, un chewingum, sputato da qualcuno molto tempo prima.
“Ero una bravissima ballerina, mia madre me lo diceva sempre”.
Aveva la gambette rattrappite e a stento toccava terra. Seduta sopra quella panchina piena di scritte nere. Le mani in grembo, i capelli ingialliti dal tempo, una magliettina a righe marrone e beige.
Un pettinino cercava di fermare quel vento ostinato che le scopriva parte della cute, rossa, e delicata.
“Ero una bravissima ballerina, mia madre me lo diceva sempre”.
Gli occhi non guardavano la macchia nera, gli occhi ottenebrati dalla cataratta, guardavano un posto lontano da qui, da me, da lei. Guardavano il suo ieri.
“Hai freddo?” le chiesi con voce pacata per non turbare i suoi ricordi.
“Perché mi chiedi questo?” rispose senza cambiare traiettoria dello sguardo.
“Tremi tutta”.
“Non è tremore, è il vento che mi fa muovere, il vento mi scompiglia i capelli”.
Sì, il vento le scompigliava i capelli, ma non era la causa del suo movimento.
I piedini, continuavano ad andare avanti e indietro senza toccare terra.
“Ero una bravissima ballerina, mia madre me lo diceva sempre”.
Silenzio, e il suo corpo immobile aveva movimento.
“Il mio saggio di danza, sono la prima ballerina, sono venuti tutti a guardarmi: c'è mamma, papà nonna, ci sono le mie cuginette, mi viene da vomitare, cadrò, ho paura.”
Avevo voglia di abbracciarla, era così esile, così piegata e curva su se stessa, era così vecchia, così sola.
“Si apre il sipario e tutto il terrore va via, ballo leggiadra, e ho nel cuore una certezza: mia madre sta piangendo, sono la sua ballerina, l'unico amore della sua vita, lei vive per me, io vivo per lei”.
Le sue gambette sopra quella panchina sembravano danzare, e le sue mani rugose in grembo si agitavano.
“Ho il cuore gonfio, mi sento fondere con la musica e i miei passi sono perfetti, ho tutta me da donare, ricambio il vostro amore, dileguata nelle note e nelle movenze”.
Stavo piangendo anch'io, assistevo a quel balletto immobile, impercettibile, ma ne ricevevo tutte le emozioni. Ero la madre, seduta su una poltroncina di un teatro, con le mani chiuse davanti al naso, e gli occhi dentro al cuore di questa figlia oramai vecchia.
“Ecco sono le ultime note, è scesa l'altalena, è bellissima, decorata da rose bianche e toulle, ci son salita sopra, e piano piano inizio a dondolare, con la stessa lentezza con cui terminano le note”.
Tutto è buio, si accendono le luci, e un'ovazione riempie il teatro. Sono in piedi, davanti a mia figlia oramai vecchia, piango e la guardo salutare il pubblico. Ho gli occhi pieni di lacrime, e da quel liquido traspare il suo volto pieno di gioia.
Mi capita spesso, immagino, come ricorderò il presente, fermo i miei occhi su ombre, sfumature di colori, odori e sensazioni, per poi trasferirli nel futuro per riavere, un giorno, le stesse emozioni, mi catapulto anche nella mia assenza, e ti immagino vecchia, senza più me, senza più noi, con ricordi indelebili nella mente.
Ho sempre voglia di futuro, mentre mi godo questo grandioso presente.
Ti amo Dadà, complimenti per il saggio, “Sei una bravissima ballerina”.

martedì 7 giugno 2011

ECCE HOMO


Ecce Homo Michelangelo Merisi da Caravaggio
Olio su tela 128 x 103 cm
1605 o 1609
Genova, Galleria di Palazzo Bianco

I gruppi di ragazzi che si incontrano in nome della religione cattolica cristiana, che è anche il mio credo, hanno un obiettivo comune... a volte vorrei capire qual è.
Dico questo perché ieri sono stata testimone di comportamenti e atteggiamenti, completamente fuori dal discorso cattolico, cristiano, apostolico-romano.
Ero in un contesto universitario, in una casa dello studente, in cui, la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze con orgoglio rivendicano la loro fede cristiana, diventando testimoni di Cristo, un po' spostati a sinistra e un po' spostati a destra.
Già sta cosa mi manda al manicomio... spostati a sinistra e spostati a destra... di cosa?
E soprattutto cosa c'entra la politica con Gesù?
Non sono finta tonta, so che non c'entra nulla, ma è così che funziona in Italia no?
Anche i cattolici, prima erano demo cristiani, poi sono diventati di destra e poi anche di sinistra.
Ci si avvicina di più al regno dei cieli spostandosi sui vari punti cardinali del parlamento.
Comunque, quando guardo in mondo visione, le immagini del nostro amato Papa Carol e dei papa boys and girls, non me li immagino come quelli che ho visto ieri in quella casa dello studente.
Grandi angeli, ragazzi rivoluzionari, che vivono nel nome di Gesù, che basta il nome, per far venire in mente la parola: rivoluzione.
I giovani cattolici sono, lo credo fermamente proprio così. Solidali, educati, pieni di valori, di amore, compassionevoli, incapaci di odi, rancori e invidia.
Degli angeli, con i peccatucci di tutti i ragazzi, con un grande fuoco dentro: la parola di Dio.
Vogliono la pace nel mondo, riconoscere nell'altro il proprio fratello, porgere l'altra guancia, dicono e applicano il chi è senza peccato scagli la prima pietra, danno da mangiare agli affamati, lasciano che i bambini vivano la loro infanzia, desiderano dividere il misero pasto con i propri fratelli meno fortunati...
Basta leggere un Vangelo, che ne so, quello di Luca, il più semplice e il più vicino a noi, per capire che i ragazzi di oggi, cattolici cristiani sono dei grandi rivoluzionari, altro che los indignatos spagnoli.
Poi, però, quando trasferisci il tutto nella mente di chi, fede non ha, ma bisogni terreni, materiali, di dare e ricevere, allora il tutto appare grigio, senza connotati, insomma un bluff.
Mi è dispiaciuto, davvero molto, ieri, assistere alla mancanza di educazione,di assistere alla completa assenza di dettato religioso, di vedere che i ragazzi, quei ragazzi cresciuti in seno alla chiesa, di rivoluzionario non hanno nulla.
Sono un'eccezione ne sono convinta, ma la miseria umana italiana, è davvero un disastro antropologico.
E' davvero dura, cercare di insegnare ai ragazzi vissuti all'ombra della tv dei nostri tempi, vissuti imparando nelle scuole dei nostri tempi, dicevo è troppo dura, insegnare loro, il perdono, la riconoscenza, l'educazione, il rispetto, la stima, l'essere fedeli a se stessi, il non vendersi, il non essere ricattabili, il non inginocchiarsi (se non in chiesa davanti all'ecce homo), di fronte al potere e a chi fa credere loro di possederlo.
Mi spiace, di  non aver visto nei loro volti, qualcosa, che mi facesse capire guizzi, intelligenza, magnanimità, carisma, voglia di fare, di cambiare.
Bigotti, finti, senza un ideale, vuoti, vacui, esseri parlanti per frasi fatte, cerimonieri di corte, buffoni di corte.
Il sei giugno scorso ero in piazza Simonetti ad Ascoli per lo sciopero generale organizzato dalla CGIL, sembra che non parli d'altro, ma è solo un caso, ricordo che avevo le lacrime agli occhi durante l'intervento di un ragazzo, un giovane, guardava il suo futuro, e cercava di spiegare ai suoi coetanei e a noi, quello che voleva, aveva un grande fuoco dentro, aveva una grande cultura di umanità dentro, era un ragazzo speciale, mentre parlava mi sono detta, vorrei che Daphne a diciott'anni non andasse a scuola, per fare quello che stanno facendo sti giovani, vorrei mia figlia consapevole come lo è questo ragazzo che parla con veemenza e chiarezza, che si indigna, che dice no, con forza, senza paura di non leccare il sedere, senza paura di nulla, non incosciente, ma pieno di certezze.
Non so se quel ragazzo vada in chiesa o meno, non so se quel ragazzo, si confessa, prega, o si comunica, ma quel ragazzo in quel momento diceva cose vicinissime al Vangelo, era così vicino a Gesù perché era puro.
Quelli che ho visto ieri, non  lo erano. Mi spiace Chezia, ma come ti diceva tuo padre, cerca cerca, alla fine la pepita la trovi.

domenica 5 giugno 2011

Grazie Alessandro, Luana, Primo, Tommaso, Piero,...etc

Il sindacato, in Italia, funziona? In Italia, oggi, non funziona nulla, senza che stiamo a menare il can per l'aia.
Non funziona nulla, non per incapacità.
Non funziona nulla, perché, come detto e ridetto, nei posti di lavoro arriva il raccomandato somarello, arriva il figlio di papà senza alcuna specializzazione, arriva l'amico dell'amico che porta voti, che non c'ha voglia di fare niente, ma viene messo in un ufficio a fare la vacca alle spalle di chi lavora.
Problemi annosi, quasi banali, oramai non se ne può più di sentirne parlare.
Ma il sindacato?
La domanda era questa.
Il sindacato funziona?
Dietro questo scenario di ambiguità, dietro alla filosofia del potere e del denaro, della corruzione e della prevaricazione, un sindacato funziona quel che può funzionare.
Il marcio non è nel sindacato in sé, che non ha perso le sue finalità, le sue prospettive e il suo messaggio, ma nell'uomo in seno al sindacato.
Occcorre guardare bene, e votare bene quando si vota per il proprio sindacato, nel proprio piccolissimo posto di lavoro.
 Da lì parte tutto, da lì c'è la scelta e la soluzione allo schifio italiano.
La votazione di un rappresentante RSU, ha un grandissimo valore.
Occorre scegliere, una persona proba, occorre scegliere una persona che davanti al lavoro  non si è mai tirata indietro, una persona che è da esempio, una persona che non ci ha mai delusi, una persona che stimiamo.
Sono nostri colleghi di lavoro, li conosciamo da tempo e sappiamo di non sbagliare.
Non si può votare l'RSU, con la stessa leggerezza del televoto di X factor.
Nel mio posto di lavoro, il sindacato, il mio sindacato CGIL, funziona al massimo.
Sono ragazzi e ragazze, di cui mi fido totalmente, sono persone chiare, limpide, sempre presenti, vicine anche umanamente.
L'essere trasparenti è il punto di partenza, quando la trasparenza manca, va tutto in malora.
Non ho mai sentito chiedere a nessuno di noi il tesseramento in cambio di aiuto, si tutelano i lavoratori tutti, tesserati CGIL, o CISL o non tesserati.
Questo è un punto di partenza fantastico, da qui ad arrivare alla corruzione il percorso è troppo lungo.
Non ci arriveranno mai.
Amo il loro coraggio, la loro forza, il mettersi davanti a tutti noi senza paura.
In Italia,  la situazione non è così florida, non è così trasparente, ma tutto parte dalla nostra scelta, il tutto è riconducibile a noi.
Il sindacato funziona se vogliamo che funzioni, dobbiamo informarci del  loro operato nella nostra piccola realtà, occorre sapere se, chi abbiamo votato, è stato perché animato da grande spirito di solidarietà o per personalismi e possibili ascese personali, occorre sapere e pretendere di saperlo.
Se il vostro sindacato è sempre a vostra disposizione e vi informa quotidianamente su tutto, non ha nulla da nascondere, se non lo fa e latita, occorre cambiare tessera e scelta di candidato.

« I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari le nostre idee appartengono a quelle che in regime democratico si chiamerebbero "di sinistra"; le nostre istituzioni sono conseguenza diretta dei nostri programmi; il nostro ideale è lo Stato del Lavoro. Su ciò non può esserci dubbio: noi siamo i proletari in lotta, per la vita e per la morte, contro il capitalismo. Siamo i rivoluzionari alla ricerca di un ordine nuovo. Se questo è vero, rivolgersi alla borghesia agitando il pericolo rosso è un assurdo. Lo spauracchio vero, il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta, viene da destra. A noi non interessa quindi nulla di avere alleata, contro la minaccia del pericolo rosso, la borghesia capitalista: anche nella migliore delle ipotesi non sarebbe che un'alleata infida, che tenterebbe di farci servire i suoi scopi, come ha già fatto più di una volta con un certo successo. Sprecare parole per essa è perfettamente superfluo. Anzi, è dannoso, in quanto ci fa confondere, dagli autentici rivoluzionari di qualsiasi tinta, con gli uomini della reazione di cui usiamo talvolta il linguaggio »

Non lasciatevi ingannare dalle tante parole dette bene, potrebbero suonare bene, ed essere convincenti, i fatti sono determinanti, i fatti fanno la differenza.

Dimenticavo! le parole sopra le ha pronunciate Benito Mussolini.


venerdì 3 giugno 2011

Mare, mare, mare...voglio annegare!

Stasera ho guardato a fondo le mappe di Google.
Cercavo un posto per andare in vacanza.
Ho preso le ferie a settembre, è il periodo migliore, poca gente in giro, prezzi molto più bassi e profumo d'autunno nell'aria.
Io odio l'estate.
Tutta quella gente ammassata sotto agli ombrelloni, a sudare, a sentire l'odore del prossimo, delle altrui creme solari, e delle altrui corna, dolori e figli disubbidienti.
Odio l'estate perché per me, è l'ultima fase della natura. Tutto è maturissimo, quasi fradicio, anche gli insetti non ce la fanno più, l'estate è la stagione prima della morte. E' per l'uomo la vecchiaia. Non c'è niente che dovrà crescere, nulla in fermento, anzi, in campagna si cerca di raccogliere quello che si può, ma il caldo imperversa e tutto marcisce. Come all'essere umano oramai vecchio, la bocca puzza, la carne stessa emana cattivo odore. Ecco cosa è l'estate per me. L'autunno invece mi rende felicissima, come quando ho saputo di essere incinta, è il momento magico, è il momento embrionale della natura, è in autunno che tutto si prepara, gli animali si preparano a vivere i loro mesi nel calduccio della loro tana, gli alberi perdono le foglie, e sono pronti a rinascere... tra un po' arriveranno i primi freddi e poi le nevicate e la casa calda e il camino acceso e odore di affetti veri, di amore di vita serena. Odore di Natale.
Ebbene, a parte la digressione, voglio andare in vacanza a settembre, voglio andare, anzi voglio tornare nel Sud Tirolo.
Ci siamo stati quattro anni fa, Dadà era piccolissima, un pulcino, dormiva accanto a me toccandomi l'orecchio "checco checco" e si addormentava.
Ci alzavamo al mattino presto con quell'aria fresca che solo in quelle regioni fredde si puo' sentire.
Avevamo una grande gioia nel cuore, e Dadà ed io vivevamo in simbiosi.
Ricordo il lettone in cui dormivano tutti e tre, un lettone tutto bianco,soffice e davanti al letto, una finestrona grandissima che ci mostrava le vette già bianche.
Passeggiate, frustuck (la prima colazione), viaggi nella natura, a cavallo.
Fu un'estate indimenticabile, vorrei rifarla.
Vorrei tornare con la mia famiglia in Sud Tirolo.
Voglio recuperare e far la somma di questi ultimi quattro anni.
Mi commuovevo stasera, pensando al tempo che scorre troppo velocemente.
A come non riesco a fermare tutto nei miei ricordi.
Vorrei che Daphne avesse ancora tre anni.
Vorrei che il tempo si dilatasse e che potessimo tornare indietro per risentire l'odore di neonato dietro al lobo degli orecchi.
Voglio andare in Sud Tirolo.
Appena torna, lo dico a mio marito, anzi lo chiamo adesso.

giovedì 2 giugno 2011

Non è tutto "Cha cha cha della limonata" quel che conosciamo.


L Estasi di Santa Teresa d’ Avila (1647 – 1652)
Stasera voglio parlare di Giuni Russo, credo che sia stata la più grande cantante italiana.
Mi spiace che tutti la conoscano per la frivola “Un' estate al mare”, ma lei, davvero, ha cantato, scritto e interpretato canzoni-poesia che occorre davvero ascoltare.
Io ne ho molte e sono contenta che Daphne conosca Giuni Russo, per la cantante che è stata.
Mi piacerebbe, per voi che non lo sapeste, incuriosirvi e farvela conoscere.
Gli ultimi anni della sua vita li ha passati in un monastero delle Carmelitane Scalze e si è avvicinata allo studio di testi sacri e alle opere di San Giovanni della Croce e di Santa Teresa D'avila, ma ha fatto molto di più, ha reso alcuni di questi testi, canzoni rare, che esibiva a teatro, per il suo pubblico di nicchia.
Non ebbe mai il successo che avrebbe dovuto avere, perché non si inginocchiò al potere, ruppe con la sua casa discografica ed essa come per vendetta dette a tutte le altre case discografiche italiane che contavano, l'immagine di una Giuni russo intrattabile e ingestibile. 
Venne esclusa da tutto e da tutti, ma la sua voce resta poderosa e regala emozioni a chiunque voglia avvicinarla.
Struggente la canzone “l'addio”, interpretazione formidabile. Sembra, ascoltando, la mia Giuni, di guardare un film, sembra di essere dentro una storia, e incredibile, in quattro minuti, hai fatto in tempo a fare qualsiasi cosa, emozionarti, arrabbiarti, sorridere, e interrogarti.
Quando sento Mediterranea, penso alla sua vita da fanciulla, era la penultima di nove figli, il padre si scordò di certificare la sua nascita e lo fece tre giorni dopo, non il sette settembre 1951, ma il 10 settembre dello stesso anno. E poi il mare, le lampare, e portami via da qui!
Era già a tredici anni una promessa, lavorava il pomeriggio in una gelateria, e riusciva così a pagarsi gli studi di canto.
Il momento più bello della sua carriera fu quando conobbe Franco Battiato, egli riuscì a capire l'animo di questa autrice, riuscì a portare fuori tutte le sue doti artistiche e canore.
Il giorno prima della morte di Giuni, Battiato era in tournée e dedicò l'intera serata alla sua grande amica. Morì la notte tra il 13 e il 14 settembre del 2004.

Dietro la finestra guardavamo le rondini sfrecciare in alto e in verticale, ogni tanto un aquilone... stavamo bene, per orgoglio, non dovevi, lasciarmi andare via, lasciarmi andare via...


Mentre la ascoltate chiudete gli occhi e state al buio... il paradiso!

E' speciale il rapporto che viene automatico instaurare con lei, un rapporto di sviscerata e viscerale vicinanza, questa donna ha l'aspetto di una come noi, e la voce di nessuna come noi.

E' incredibile la sua estensione vocale, non so se ricordate il grido del gabbiano che riusciva a fare, se non lo ricordate riascoltate “un'estate al mare” quelli che sentite non sono gabbiani veri è la sua voce.

Bellissimo anche il duetto con la Rettore: “Sarò una vipera”, dona una carica straordinaria e un senso di onnipotenza.

Ti potrei cantare la norma di Bellini
Con dei fonemi sardi oppure giapponesi
Le trifonie dei mongoli le trifonie dei mongoli
Anata wa anata to futari anata wa

Struggente la canzone “Atmosfera”, in cui una donna, spera che l'uomo che ama, faccia la sua scelta, quella di vivere accanto a lei.

Lungo le contrade, della prima sera, noi vestiti bene , in sintonia con l'atmosfera, era di domenica poco tempo fa. Scrivi ai tuoi parenti che non puoi tornare, che ritardi ancora, non mi abbandonare, copriti la schiena... qui c'è umidità.

Copriti la schiena, qui c'è umidità... in queste parole, si cela l'amore. Se si è in grado dire al proprio uomo “Copriti la schiena, qui c'è umidità”, non serve altro, non occorre più alcuna parola.

Buon ascolto!

mercoledì 1 giugno 2011

I sacrifici disumani

Misseri è stato rilasciato, Pisapia ha vinto. Queste le notizione di ieri che poi, hanno riecheggiato per tutto oggi.
Ma siamo sicuri che Misseri non c'entra nulla? Siamo sicuri che Misseri, in quell'olezzante famiglia non ci sia crogiolato?
Siamo sicuri che poi, la vittima della famigliuola anti Mulino Bianco, non sia il più grande carnefice?
Vivere sopra una sedia, a non contare nulla, a essere maltrattato e vilipeso da una moglie e da una figlia, fino a giurare e spergiurare di essere egli stesso l'omicida, non è, una situazione altrettanto punibile?
Non ho pietà per Misseri, com'è stato facile per lui aver sposato un mostro e aver messo al mondo orchi, è stato altrettanto facile tirarsene fuori.
Sono giochetti famigliari, sono equilibri-baratri, che in alcune coppie fanno la differenza.
Molte famiglie, tirano avanti una vita con un carnefice e una vittima, guai a toglierli da quella situazione. Starebbero malissimo, non vivrebbero più l'uno senza torture e l'altro senza qualcuno da torturare.
Misseri sarà anche libero, ma le mani sul collo della piccola Sara erano anche le sue.
Un uomo che non ha mai avuto una opinione se non quella della moglie e ha fatto poi intendere a tutti che non la poteva avere, non ha mai detto neanche a se stesso che quella situazione era comodissima.
Poverino Michele Misseri, dicevano tutti in paese, anche prima che il tutto succedesse, e lui era felice, Cosima lo stesso, e tutta la famiglia matriarcale cresceva nel proprio salotto, cercando un capro espiatorio sul quale far confluire tutte le loro frustrazioni, i loro progetti non riusciti, la loro vita macabra... alla ricerca dell'agnello sacrificale che inconsapevole e puro si è condotto da solo nella tana del lupo.
L'agnellino e il lupo... presto fatto.
Lasciando Misseri al suo pensiero di volersi uccidere, Pisapia, troneggiava in tutti i tg e in tutti gli approfondimenti.
E ancora, mi domandavo, (ieri mi sono fatta un sacco di domande), chi mi convince di più? La non colpevolezza di Misseri o la vittoria di Pisapia?
Non è che dobbiamo così tanto gioire, sapete?
Non c'è proprio niente da ridere.
Ma davvero credete che con la vittoria di Pisapia, l' Italia non sarà più la stessa, credete davvero che la vittoria di Pisapia è il principio del cambiamento?
Ma finiamola. scendiamo dalle piante.
Per l'Italia non c'è cura, sono tutti corrotti e corruttibili.
Non sono affatto i candidati romani, (coloro che potevano indossare la veste candida perché persone integerrime), sono tutti monnezze.
Persone ambigue che a noi ci tocca votare, perché altro non c'è.
Non ci sono altre scelte da fare.
Ora che possono smettere di parlare di Berlusconi, possono parlare degli italiani. Ce la faranno a fare?
Mah! io sono così disincantata, che non ci credo.
Non ci credo a una Italia, retta, senza clientelismo, senza mafia, senza corruzione.
Non ci credo, so soltanto che la maggior parte degli italiani non lo è: corrotta, mafiosa, corruttibile; ma quella piccola fetta, che lo è, è quella che gli onesti italiani devono votare.
Non sto parlando di Pisapia, non lo conosco, ma quando si arriva al potere si può rimanere puri?
Macché!... Misseri è uscito, la Moratti ha perso. Non c'è proprio niente da ridere.
Non c'era da ridere e non ci sarà da ridere.
La vittima non è mai solo vittima e il carnefice lo è solo perché c'è una vittima che glielo ha permesso.