Lemon B & B

Lemon B & B
Dadà e la casa di terra innevata

giovedì 2 giugno 2011

Non è tutto "Cha cha cha della limonata" quel che conosciamo.


L Estasi di Santa Teresa d’ Avila (1647 – 1652)
Stasera voglio parlare di Giuni Russo, credo che sia stata la più grande cantante italiana.
Mi spiace che tutti la conoscano per la frivola “Un' estate al mare”, ma lei, davvero, ha cantato, scritto e interpretato canzoni-poesia che occorre davvero ascoltare.
Io ne ho molte e sono contenta che Daphne conosca Giuni Russo, per la cantante che è stata.
Mi piacerebbe, per voi che non lo sapeste, incuriosirvi e farvela conoscere.
Gli ultimi anni della sua vita li ha passati in un monastero delle Carmelitane Scalze e si è avvicinata allo studio di testi sacri e alle opere di San Giovanni della Croce e di Santa Teresa D'avila, ma ha fatto molto di più, ha reso alcuni di questi testi, canzoni rare, che esibiva a teatro, per il suo pubblico di nicchia.
Non ebbe mai il successo che avrebbe dovuto avere, perché non si inginocchiò al potere, ruppe con la sua casa discografica ed essa come per vendetta dette a tutte le altre case discografiche italiane che contavano, l'immagine di una Giuni russo intrattabile e ingestibile. 
Venne esclusa da tutto e da tutti, ma la sua voce resta poderosa e regala emozioni a chiunque voglia avvicinarla.
Struggente la canzone “l'addio”, interpretazione formidabile. Sembra, ascoltando, la mia Giuni, di guardare un film, sembra di essere dentro una storia, e incredibile, in quattro minuti, hai fatto in tempo a fare qualsiasi cosa, emozionarti, arrabbiarti, sorridere, e interrogarti.
Quando sento Mediterranea, penso alla sua vita da fanciulla, era la penultima di nove figli, il padre si scordò di certificare la sua nascita e lo fece tre giorni dopo, non il sette settembre 1951, ma il 10 settembre dello stesso anno. E poi il mare, le lampare, e portami via da qui!
Era già a tredici anni una promessa, lavorava il pomeriggio in una gelateria, e riusciva così a pagarsi gli studi di canto.
Il momento più bello della sua carriera fu quando conobbe Franco Battiato, egli riuscì a capire l'animo di questa autrice, riuscì a portare fuori tutte le sue doti artistiche e canore.
Il giorno prima della morte di Giuni, Battiato era in tournée e dedicò l'intera serata alla sua grande amica. Morì la notte tra il 13 e il 14 settembre del 2004.

Dietro la finestra guardavamo le rondini sfrecciare in alto e in verticale, ogni tanto un aquilone... stavamo bene, per orgoglio, non dovevi, lasciarmi andare via, lasciarmi andare via...


Mentre la ascoltate chiudete gli occhi e state al buio... il paradiso!

E' speciale il rapporto che viene automatico instaurare con lei, un rapporto di sviscerata e viscerale vicinanza, questa donna ha l'aspetto di una come noi, e la voce di nessuna come noi.

E' incredibile la sua estensione vocale, non so se ricordate il grido del gabbiano che riusciva a fare, se non lo ricordate riascoltate “un'estate al mare” quelli che sentite non sono gabbiani veri è la sua voce.

Bellissimo anche il duetto con la Rettore: “Sarò una vipera”, dona una carica straordinaria e un senso di onnipotenza.

Ti potrei cantare la norma di Bellini
Con dei fonemi sardi oppure giapponesi
Le trifonie dei mongoli le trifonie dei mongoli
Anata wa anata to futari anata wa

Struggente la canzone “Atmosfera”, in cui una donna, spera che l'uomo che ama, faccia la sua scelta, quella di vivere accanto a lei.

Lungo le contrade, della prima sera, noi vestiti bene , in sintonia con l'atmosfera, era di domenica poco tempo fa. Scrivi ai tuoi parenti che non puoi tornare, che ritardi ancora, non mi abbandonare, copriti la schiena... qui c'è umidità.

Copriti la schiena, qui c'è umidità... in queste parole, si cela l'amore. Se si è in grado dire al proprio uomo “Copriti la schiena, qui c'è umidità”, non serve altro, non occorre più alcuna parola.

Buon ascolto!

Nessun commento:

Posta un commento