Lemon B & B

Lemon B & B
Dadà e la casa di terra innevata

lunedì 23 maggio 2011

La protagonista e l'antagonista

Oggi, una persona mi ha parlato di sé. Mi capita spesso che mi raccontino la loro vita. Chezia dice che lo fanno perché sono io a condizionarli, mi dice che già da come mi posiziono mentre qualcuno parla, significa che ho tempo e voglia di ascoltarli.
Un giorno l'accompagnai all'Aquila, e in un bar ci fermammo a prendere un caffè, eravamo Pina, lei ed io, ebbene, la signora del bar cominciò a raccontare di quanto le donne fossero svantaggiate nel lavoro, col fatto di dover anche crescere i figli e tirare avanti la casa, insomma il solito discorso verissimo, trito e ritrito. Nel silenzio dietro di me avvertii una presenza, era una ragazza che stava aspettando di ordinare. Ebbene non appena mi giro, lei mi guarda e mi sorride, io ricambio il saluto e poi non ricordo più, lei mi ha raccontato la violenza del padre nell'educarla, i ceffoni, le punizioni atroci e poi i suoi errori da adolescente e da donna, la sua scelta di un uomo che era uguale al padre, che la picchiava e picchiava i suoi figli, il dolore e il tormento di quegli anni vissuti come in prigione, e la rinascita grazie alla sua forza, all'allontanamento del carnefice e al suo nuovo amore.
"Iride, un'ora e mezza per prendere un caffè, ma come dobbiamo fare con te?" Ero stravolta, un pezzo di vetro si era conficcato dentro le pieghe della mia essenza, e stavo ancora soffrendo insieme a quella sconosciuta.
Mi capita spesso, anche quando non vorrei, ma in fondo ha ragione Chezia, io voglio sempre. Mi interessa troppo l'essere umano. Mi piace da morire conoscerne la storia, lo faccio per puro egoismo, per me stessa non v'è dubbio e poi, se qualche beneficio arriva all'altro è solo per puro caso.
Mi sono persa, ero ad oggi. Una persona che lavora con me mi ha confidato la sua esperienza matrimoniale.
Mi ha raccontato del marito e dei di lui tradimenti, mi ha raccontato di quanto fosse stronzo, senza rispetto verso di lei e le sue figlie. Mi raccontava il disprezzo, l'odio e dagli occhi usciva l'amore.
Mentre tornavo a casa, mi domandavo se quella storia fosse un semplice romanzetto d'appendice o se avesse tutte le capacità per diventare letteratura.
Poi ho ripercorso le sue espressioni, il suo dolore, i suoi occhi e le sue labbra. Mi ricordo che a un certo punto, quando le ho detto "tu sai perfettamente cosa dovresti fare", mi ha detto "STRONZA" e aveva le lacrime agli occhi. Ho ripercorso, dicevo, le sue parole le frasi celate, il contesto di quell'amore insano, o impuro, o comodo e mi sono detta che dipende solo da chi lo ascolta, che diventi lettaratura. Dipende dal peso che hanno i nostri pensieri riferiti a qualsiasi persona e alla sua vita, dipende dal nostro giudizio o pregiudizio, l'ergere l'altro o l'altrui vita a opera massima o a vita insulsa.
Mi dicevo in macchina, che il mondo era pieno di vittime e di carnefici, che lei era troppo felice di essere considerata vittima, e altrettanto felice che di lui si pensasse fosse il carnefice. Ma poi ho pensato che quando le ho detto "non fare la vittima, a quarantanni sto personaggio non rende" lei era felice che io sapessi, era contenta che avessi capito i loro giochetti per non crescere, per non portare a saturazione un rapporto che oramai dovrebbe essere maturo. Hanno paura di essere soli con una vita dietro e davanti. Hanno difficoltà a capire che un rapporto non può essere stanco o obsoleto se si è vivi, se si ama la vita se si è pieni di interessi.
Era un romanzo d'appendice? O era letteratura? Mi piacerebbe vedere la persona che oggi mi parlava, soggiogata da questo giochetto trito e ritrito, rinascere a nuova vita grazie alle carezze impavide di un tagliaboschi, una nuova Lady Chatterley.
Ho provato a dirglielo, ma non mi ha capita.
"Cosa devo fare?, uscire la sera con le quattro sfigate di separate, trascurando le mie figlie?"
Non era questo il livello che volevo lei raggiungesse.
Lady Chatterley, dovresti diventare, mia cara. Elevarti dalla tua condizione di misera donna frustrata non amata, con la paura di dirselo, e abbassarti tra le siepi, in mezzo al verde, nel rudere di un uomo che vuole te, soltanto te.
L'amante di Lady Chatterley dovresti trovare, farlo tuo e incontrare finalmente te stessa... nel brivido dell'imprevisto, nel candido e passionale abbraccio di anime affamate e corpi sudati.
E' finalmente diventato letteratura... e io ho conosciuto di persona Lady Chatterley.

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