Oggi a casa, la tre, il mio gestore di telefonia, mi ha mandato l'Iphone4, ero eccitatissima mentre aprivo quel plico così piccolo che prometteva al suo interno, il mondo intero.
Debbo dire che è stata dura, cominciando dal capire come si aprisse il vano per la sim.
Poi, sono stata presa da sconforto, quando l'operatore mi ha detto che dovevo sincronizzare la rubrica della mia vecchia usim.
Bah! Che cazzo devo fare mo'?
Dopo un paio d'ore ho capito, se mi impegno, alla fine capisco!
Infine sono riuscita ad accenderlo, perché avevo acquisito l'Itunes sul pc, era un gioco a premi, una caccia al tesoro.
Mi sono ritrovata uno schermone, con un sacco di iconine.
Quale sarà quella per telefonare?
Eppure io percepivo di avere il mondo lì a portata di mano, e proprio mentre percepivo questo, mi sono fatta una domanda.
Ma, alla fine, noi con tutti sti telefoni intelligenti, con queste diavolerie tecnologiche, cosa diavolo facciamo? Comunichiamo?
Sì, mettiamo il link su fb, straziami ma di baci saziami, con foto allegata di donna discinta su un letto, per far arrapare quei quattro forsennati che smanettano davanti al pc.
Oppure, l'altra profonda comunicazione...A Iride piace questo elemento, intrisa di significato.
A cosa mi serve a me l'Iphone 4 addirittura il 4?
Mio nonno, anche aveva necessità di comunicare, Nannì, amico di un inglese il signor Smith.
Un grande partigiano mio nonno, olio di ricino, manganellate, armi in casa, cacciato dalla sice, perché, non voleva salutare di mattina una gigantografia della crapa pelata.
Alberi segati per tutta la strada che porta a Roccafluvione per impedire l'arrivo dei tedeschi.
Un rivoluzionario, un uomo infinitamente pericoloso da tenere sotto stretta sorveglianza, così diceva la sua fedina penale, ci raccontò mio fratello avvocato che aveva potuto consultarla in tribunale. E lui, Nannì, capitano dei partigiani, aveva il ruolo del comunicatore, doveva portare a conoscenza di informazioni top secret, i compagni toscani, umbri, emiliani.
Non c'aveva l'Iphone 4, nonno, andava in bicicletta.
Andava in bicicletta a Firenze, per cercare di parlare con chi doveva. Andava in bicicletta in Umbria, per cercare di salvare compagni, da qualche imboscata. Andava in bicicletta, lontano o vicino per recuperare armi e munizioni.
E cosa stranissima, senza sms, riusciva a trovarsi all'ora e nel luogo stabilito, riusciva ad incontrare chi doveva incontrare e soprattutto riuscivano anche a darsi informazioni decisive per la loro vita, e per quella di milioni di italiani.
Il mondo tra le dita, io con il mio Iphone pieno di iconine colorate e innocue. Mondo fermo dentro al cortile di facebook, e qualche comunità virtuale... di frustrati e senza palle come me.
La libertà in groppa a una bicicletta, con pedali rotti, raggi flessi e sella scorticata, mio nonno, con un piccolo grande sogno nel cuore, seguito a prezzo anche della vita.
Per stasera va così, poi, sicuramente, domani, andrò in un centro tre, capirò tutto, e farò la figa con lo smartphone in borsa pronta a linkare e a taggare.
Che fallace che sono! Abbiate pietà per me! :)
padre mi perdoni perché la sim è debole
RispondiEliminaquesta è fantastica!
RispondiEliminagrazie ...
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