Molte volte, mi capita di domandare a chi vive accanto a me: "E poi? che ti ha detto?", oppure domando ancora "E lui che ha detto?". Spesso a queste domande la risposta è la medesima: "Niente". Ma quanto mi fa inalberare sta cosa. Com'è possibile che uno o una con un cervello normodotato, non risponda niente. E poi ancora mi dico: "Ma perché la persona a cui ho fatto la domanda non si è un po' prodigata con me, dicendomi cosa ha risposto, o ancora, non se lo sia inventato?" Che c'è di male?, meglio un'inventata storia che una vita nulla, meglio il fantasy che il vuoto. Perché non c'è in giro anima viva, in grado di raccontare storie?, perché non c'è in giro anima viva, capace di rispondere, a un affronto, a un rimprovero, a una carognata, a una domanda con PAROLE, fossero anche parolacce. Niente. Niente. Niente. A furia di niente si finisce in coma farmacologico. Allora siamo morti-viventi o vivi-morenti? Possibile che non ci sia alternativa? Possibile che nessuno racconti se stesso con un urlo, con una fandonia, con un amore, con un'amicizia, con un odio?
Che significato ha la risposta?
Nessuno, non significa quasi mai la risposta. Ma a chi domanda, fa venire in mente altre domande, stuzzica la propensione al dubbio. Vorrei un etto di prosciutto... niente prosciutto, solo occhi vacui! Come reagiremmo se non riuscissimo ad avere ciò che vogliamo? eh, lì sarebbe tutto diverso vero? Avere è troppo importante, se domandiamo un quadriband, vogliamo un telefonino, e vogliamo sapere tutto ciò che c'è da sapere, se vogliamo un full led, lo vogliamo e vogliamo la frequenza, il full hd e se possibile anche il commesso per una notte a spiegarne il funzionamento.
Mi dispiace il tuo comportamento, mi fa soffrire, non ce la faccio più, come faremo ad andare avanti... "E lui, che ti ha detto?" Niente, non dice niente, non dicono mai niente.
Neppur si muove! neppur si muoverà mai!